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Nelle otto edizioni della Biennale di Venezia curate dallo scultore Antonio Maraini, tra il 1928 e il 1942, venne perseguito un progetto complessivo che mirava a costruire attraverso il sapiente utilizzo dell'allestimento, il controllo organizzativo su tutta l'esposizione e il tentativo di neutralizzare, tra tutte, la forza della cultura figurativa francese un linguaggio artistico nazionale che sovrastasse quello degli altri Stati. Il volume indaga la forte connotazione politico-diplomatica assunta dalla mostra veneziana nel corso del secondo decennio della dittatura fascista e le modalità attraverso le quali Maraini cercò di raggiungere gli obiettivi prefissati, favorendo il recupero delle varie tradizioni nazionali e rispondendo alle necessità di rappresentanza del regime.